domenica 13 febbraio 2011

SE NON ORA, QUANDO? Pensieri di un porno-chanchador

Nel duecentesimo della rivoluzione francese, 1989, ho diretto un soft porn a base di ragazze allegre e politica. Dovevo pagare un debito di affitto nella capitale e volevo andarmene. Ero arrivato lì un anno prima dall’America con Saturday pronto e smagliante nel suo bianconero. Con Helen Jardine e Tiziana Ripani avevamo adattato un capolavoro della letteratura muckraker americana (non dirò quale perché il progetto non è mai morto) per farne un film di realtà nella pianura padana. Nel midwest italiano: piccole imprese, medie province, discariche, soldi-sesso-ipocondria. Una storia in soggettiva, raccapricciante e spassosa nella sua normalità, che eravamo sicuri di poter raccontare con la realtà del nostro tempo e di questo Paese, su un magistrale plot americano.  Pensavamo a Ossessione e a Signore e signori, con l’esperienza fresca dell’East Village. L'Italia, per chi non lo ricordasse, era al proto-Mani Pulite e -Lega, giù al Sud Falcone e Borsellino non erano ancora stati neutralizzati.

Dopo tanto scrivere, spedire, incontrare, Leo Pescarolo mi disse: “Papalia, lei è troppo polemico.” Nel frattempo, oltre alla frustrazione, si erano accumulati i debiti. Tiziana e io avevamo un debole per Cicciolina. Fu così che andammo a conoscerla; mostrammo Saturday a Schicchi e dicemmo che con quella tensione fra gli attori - agitata, sopra le righe, comica e vitale - avremmo ben potuto fare la cifra di un film erotico. Così nacque l’accordo per scrivere e girare in tre settimane il filmetto soft Lolita 2000. L’antecedente antropologico delle berlusconettes lo conoscemmo lì, molto superficialmente, ma quanto basta per capirle. Una reciprocità, quella della comprensione, che è però difficile da ottenere. Le fanciulle-immagine incarnano (con uno splendore per presbiti che diminuisce all’approssimarsi) l’utopia della finanza onanista: vivono di soli debiti, non conoscono altra realtà al di fuori del debito; niente è meno erotico di loro.

La mia Lolita, abbandonati prima il figlio di un ministro corrotto (anche lui perseguitato dai giudici), poi un finanziere della perestrojka, per scappare infine di sua scelta con un lavavetri maghrebino, aveva fatto sibilare  al commercialista la fatidica frase: “Papali’, ha' fatto du’ firm in uno: er primo e l’urtimo!”

Ringrazio di cuore la bella ragazza bionda che ieri in un flash-mob a Torino esibiva il cartello: IL SESSO E’ COME IL SOFTWARE, IL MIGLIORE E’ GRATUITO.

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